lunedì 1 dicembre 2014

Potenza VS Frequenza Cardiaca

Si dichiara che l'autore esclusivo del presente articolo è Michelusi Mattia. A quest'ultimo sono riservati tutti i diritti sull'opera quali l'adattamento totale o parziale, la diffusione e la riproduzione in qualsiasi mezzo in quanto frutto di ricerca e di elaborazioni personali.

L’allenatore di ciclismo è sempre andato alla ricerca di uno strumento che fosse in grado di valutare, nel modo più preciso possibile, lo stato funzionale dello sforzo per poter programmare al meglio l’allenamento dei propri atleti: tempi indietro ci si basava sulla distanza da percorrere, poi nei primi anni Settanta si iniziò a lavorare con la frequenza cardiaca, che però è un dato affidabile fino a un certo punto: giornate di stress, con negativi stati psicofisici dell’atleta, la temperatura, l’alimentazione e altri fattori possono infatti alterare la normale risposta cardiaca all’esercizio. Nella tabella, n.1 tratta da “Achten J.: Heart reate monitors in High Performance Cycling”, si può infatti vedere tutti i fattori che possono alterare la normale risposta della frequenza cardiaca.

Tabella 1 - Fattori che possono alterare la normale risposta della Frequenza Cardiaca
È solo negli ultimi trent’anni che ha preso piede tra i ciclisti uno strumento che ormai è diventato un apparecchio affidabile e irrinunciabile per tutti quelli che vogliono raggiungere il massimo delle proprie performance: il misuratore di potenza. Infatti fino ai primi anni Ottanta ci si poteva rivolgere all’ergometro di potenza soltanto nei laboratori, e quindi i corridori non potevano avere una misura istantanea della potenza espressa nel corso dell’allenamento o di una gara. Fu a partire dagli anni Ottanta che cominciò a svilupparsi uno strumento innovativo e sofisticato: l’SRM, un dispositivo da applicare alla bicicletta che permette di rilevare la potenza erogata proprio nell’istante in cui pedaliamo. La potenza infatti è un dato oggettivo, preciso e costante, che non viene influenzato da fattori esterni; inoltre, come si può vedere del grafico sottostante, per esercizi di breve durata il cuore diventa poco attendibile avendo fisiologicamente un ritardo rispetto alla variazione di potenza (Figura 1).

Figura 1 - 10' ripetuta intermittente: da notare la fisiologica risposta ritardata della FC rispetto la Potenza

Nell'immagine sopra è visualizzato un allenamento intermittente caratterizzato da 40'' intensi a 420-440 Watt, e 40'' di recupero. Si può notare come una volta terminata la fase intensa il Wattaggio (linea verde) cala immediatamente, mentre la frequenza cardiaca (linea rossa) continua aumentare. Questo perchè la frequenza cardiaca tende fisiologicamente a rispondere in ritardo alle variazioni di sforzo: risulta quindi fondamentale il misuratore di potenza per esercizi ad elevate intensità. Se si seguisse la frequenza cardiaca risulterebbe impossibile impostare un lavoro preciso, meglio indicare all'atleta di andare un pò a sensazione (ad esempio: 40'' forti e 20'' piano di recupero). Altrimenti se il lavoro viene effettuato in un salita a pendenza constante e' possibile indicare la velocità da seguire, in quanto dalla velocità e' possibile stimare la potenza che si sta erogando.

Per chi utilizza la FC come parametro d'allenamento e' importante conoscere tutti questi fattori che possono alterare il parametro d'allenamento utilizzato.

C’è un grande differenza nel tenere delle andature ad una certa intensità basandosi sulla frequenza cardiaca o sulla potenza. Seguendo la potenza è tutto molto più impegnativo: infatti per mantenerla costante possono essere necessarie variazioni di velocità (a causa ad esempio di piccoli strappi o falsopiani), che con la frequenza cardiaca non verrebbero rilevate se non dopo un certo tempo. Per capirci se si effettua una ripetuta in soglia in pianura e ci si trova ad affrontare una cavalcavia, seguendo la frequenza cardiaca non ci sarebbe praticamente nessuna variazione, mentre seguendo la potenza quando si sale nel cavalcavia il ciclista sarà costretto diminuire la velocità per mantenere costante i Watt, mentre nella fase di discesa aumenterà la velocità

Da queste riflessioni è facile capire quanto il misuratore di potenza sia uno strumento molto più completo del cardiofrequenzimetro perché permette un’analisi più dettagliata dell’allenamento, con riscontri più affidabili e precisi su cui impostare il proprio lavoro.


Per sfruttare a pieno questo strumento e' consigliato:
  • eseguire un test di valutazione funzionale (link Test di valutazione) per individuare i ritmi d’allenamento sia per i lavori metabolici che per i lavori di forza;
  • farsi seguire nell’allenamento da un allenatore esperto, con le conoscenze e i titoli di studio adeguati.

Questo comunque non significa che la FC e' da eliminare, anzi la FC e' importantissima in quanto e' fondamentale per avere una valutazione del carico interno, cioè ci permette di capire come ha risposto il nostro organismo a un determinato stimolo esterno (Potenza). 
Nella figura seguente e' visualizzato un grafico denominato da SRM "Slope Chart" dove e' possibile vedere la correlazione FC/Watt nell'arco dell'intero allenamento.

Figura 2 - Slope Chart da SRM: con questo grafico e' possibile vedere la correlazione FC/Watt
Si dichiara che l'autore esclusivo del presente articolo è Michelusi Mattia. A quest'ultimo sono riservati tutti i diritti sull'opera quali l'adattamento totale o parziale, la diffusione e la riproduzione in qualsiasi mezzo in quanto frutto di ricerca e di elaborazioni personali.

Mattia Michelusi
Email: mattia.michelusi@gmail.com

Ulteriori articoli riguardo la scienza applicata allo sport nel seguente link: Scienza e sport

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